Scuola Media
Il progetto ,partendo dalle prescrizioni in materia di architettura sostenibile e bioedilizia, prevede un edificio dalla forma compatta che ottimizzi il rapporto tra superficie esposta all’esterno e volume interno, minimizzandole dispersioni invernali ed il carico termico estivo. L’impianto tipologico del nuovo campus è del tipo a “corte” ma, nel progetto, queste corti sono chiuse diventando delle vere e proprie piazze-agorà. Infatti ogni scuola è articolata con corpi di fabbrica disposti in modo da delimitare spazi coperti di atrio e piazza coperta. Lo scopo è duplice: delimitare una spazio raccolto e di uso esclusivo e, nello stesso tempo, definire un luogo “urbano”. I volumi, come anche gli spazi aperti, sono attraversati e strutturati da un percorso lineare che dalla scuola media arriva fino alla materna, una “promenade architecturale” che si sviluppa libera nello spazio e che sfiora, tocca, penetra i corpi circostanti. Altro elemento caratterizzante è il progetto cromatico che tiene conto di come esso sia un elemento fondamentale per il benessere emotivo dei ragazzi. I segnali cromatici di un edificio o di un ambiente, affinché diventino stimoli o messaggi, devono essere visti e capiti; uno spazio capito diventa conosciuto e assume una connotazione familiare che lo rende più confortevole. Per la nuova Scuola Media di Castel di Sangro la chiarezza delle forme che la compongono e i colori che contraddistinguono i vari elementi hanno lo scopo di trasmettere l’essenza stessa del concetto generatore del progetto: così come i singoli corpi delle aule, della palestra e dei servizi si avvicinano, attratti l’uno dall’altro in maniera dinamica fino a formare il grande atrio centrale, spazio di sintesi e nello stesso tempo nucleo generatore, così i colori primari che contraddistinguono i vari corpi si sommano e si fondono nel bianco, somma di tutti i colori, i colori complementari sottolineano gli spazi di passaggio; la teoria del colore diventa architettura. Così come per l’uso dei colori anche gli altri elementi che segnano l’aspetto e la fruizione dell’edificio sono frutto non di scelte casuali o di tendenze del momento, ma di un progetto percettivo e funzionale che si avvale dei vari ambiti sensoriali e dei riferimenti culturali contemporanei. Il reiterarsi, in maniera caleidoscopica e frattale, della forma perfetta del quadrato all’interno dell’architettura della scuola trova la sua genesi nel richiamo al PIXEL che, componendosi insieme agli altri elementi formali e cromatici, definisce e rende significanti gli spazi dell’edificio scolastico e in qualche modo li rende anche più amichevoli e familiari. Attraverso il ripetersi e il modificarsi, il cambiare dimensione e colore, il PIXEL genera degli spazi sempre in cambiamento che rompono gli stereotipi delle vecchie architetture scolastiche trasformandosi in aperture sempre diverse per dimensione e posizione che permettono di guardare la natura e il mondo.
Con:
Ing. Dario Cacioni
Ing. Jacopo Rimedio
Ing. Giorgio Giorgi
Studio Associato di Ingegneria Sabbatini Cesaretti